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Eloquentia e salus rei publicae: il ruolo sociale dell’eloquenza nelle opere retoriche di Cicerone
25.08.2022

Aug

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Il saggio analizza il ruolo sociale attribuito all’eloquenza nell’ambito delle opere retoriche di Cicerone, con particolare riferimento al de oratore e al Brutus. La forza civilizzatrice dell’ars dicendi viene considerata una conseguenza della preparazione culturale del perfectus orator, al quale è richiesta non solo un’eccellente capacità di costruire elegantemente il discorso e di calibrare lo stile in base all’uditorio, ma anche un’ottima conoscenza delle diverse discipline che formano oggetto dell’orazione. Soltanto chi possieda una solida e ampia cultura potrà esercitare propriamente l’ars dicendi, contribuendo così alla salus della civitas e della res publica.

scritto da Rossi Francesca
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Compositio quadrata
24.08.2022

Aug

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La retorica può essere approcciata a vari livelli: il primo livello è piuttosto emotivo (tipo: la retorica mi interessa perché può infondermi la capacità di esprimermi al meglio e ciò mi farà apparire come uno in gamba); il secondo livello è metodico e cognitivo (la retorica è un sapere da acquisire perché mi offre un metodo per implementare, organizzare e trasmettere le mie conoscenze); il terzo livello è piuttosto etico (la retorica crea – deve creare – un ordine e l’ordine è governato dalla linearità, dalla coerenza, dalla rettitudine intesa come qualità sia del ragionamento sia dello stesso spazio pubblico di discussione). Un po’ come nei tre mondi di Popper: il mondo 3 della retorica è il più elevato, ma vi si può arrivare passando prima per il mondo 1 e il mondo 2. Da questo punto di vista – la retorica vista dall’alto – appare riduttivo il termine comunicazione: comunichiamo al bar o tramite whatsapp, ma retoricamente si discute e ci si confronta per acquisire consapevolezze e aumentare il sapere che conta e lo si fa istituzionalmente non in una conversazione privata, bensì nello spazio pubblico dove sono in gioco interessi collettivi, talora supremi. Anche se è vero che molti pensano o, appunto, riducono la retorica a quelle «macchinazioni della persuasione (Überredung) … in vista di un artificioso suggestionare (Überlistung)»: sono parole di Kant che giunge, però, a una conclusione eccessiva perché per lui «l’arte oratoria, in quanto arte di servirsi della debolezza umana ai propri fini … non merita alcuna stima» .

scritto da Vincenti Umberto
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I beni intelligenti nel mercato Europeo dei beni di consumo tra New Deal for Consumers e European Strategy for Data
30.06.2022

Jun

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L’Unione Europea, nel fermento legislativo dettato dall’urgenza di adattare l’impianto normativo ad un contesto dai tratti fisionomici profondamenti riscritti dalla rivoluzione tecnologica e dall’affermazione di un’economia data-driven, è di recente intervenuta ponendo significativa attenzione all’espansione dell’uso dell’Internet of Things. In tale contesto, il presente saggio intende dare conto di due importanti linee di intervento che l’UE ha deciso di intraprendere per la regolamentazione degli oggetti intelligenti: 1) la prima, che si innesta nel diritto europeo dei contratti, risulta volta ad incidere sulla disciplina della vendita e sulle regole della fornitura di contenuti digitali e servizi digitali nei rapporti B2C: il riferimento è, in particolare, all’adozione nel 2019 delle direttive gemelle 770 e 771 (§2); 2) la seconda si inserisce, per contro, nell’ambizioso obiettivo di creare uno spazio europeo dei dati, ideato nell’ambito della ‘Strategia Europea per i Dati’, e si concretizza nella proposta tesa a regolamentare, attraverso il ‘Data Act’, il flusso dei dati generati dell’Internet of Things (§3). Premessi brevi cenni su tale nuovo impianto regolatorio, presente e prospettico, il lavoro si concentra sui profili di intersezione delle due discipline, con particolare riferimento ai temi dell’accesso ai dati non personali e della loro circolazione e portabilità (§4)

scritto da Bugatti Laura
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La riforma degli artt. 9 e 41 della Costituzione nell’ecologia delle idee
29.06.2022

Jun

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La riforma degli art. 9 e 41 della Costituzione inserisce l’ambiente tra i valori fondamentali dell’ordinamento, di cui tratta nella sua prima parte, in parallelo con i testi costituzionali di altri Stati membri dell’Unione europea. Tale riforma è espressione di un mutamento profondo dell’ideologia sottesa al modello di sviluppo proprio dei paesi industrializzati, in coerenza con il processo di transizione verso un’economica circolare, avviato prima di tutto a livello europeo e basata sull’uso razionale delle risorse e sulla rigenerazione dei processi di produzione, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, anche a tutela delle generazioni future

scritto da Iacovelli Danila
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La nullità “speciale” dei contratti a valle di un’intesa anticoncorrenziale e la “frantumazione” della categoria della nullità
28.06.2022

Jun

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Con la pronuncia in commento le Sezioni Unite della Corte di Cassazione si pronunciano sul dibattuto tema del regime di invalidità dei contratti stipulati a valle di un’intesa anticoncorrenziale di cui riproducono parte del contenuto. La soluzione fornita va ad implementare il catalogo delle “nullità speciali” esistenti nell’ordinamento, configurando, sulla base di una lettura estensiva, teleologica e sostanziale dell’art. 2 legge antitrust una nullità parziale e derivata da un collegamento funzionale tra atti non tutti aventi necessariamente natura negoziale. Più che “frantumare” la categoria della nullità, il Supremo Consesso sembra condivisibilmente declinare l’istituto in modo funzionale all’obiettivo perseguito dal legislatore: quello di evitare che venga ristretto, falsato o alterato il gioco della concorrenza.

scritto da Diodato Ludovica
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Padrone e servo, ovvero la compossibilità del soggetto moderno. Da Haunold a Kant
27.06.2022

Jun

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La storia della reificazione dell’uomo è anche la storia della soggettività. Fintanto che la reificazione sarà qualcosa di dato (per natura, peccato, volontà, convenzione o prassi) instillato dall’esterno nel pensiero, per essere poi da questo “ri-prodotto” supinamente, di soggetto moderno si potrà parlare solo in modo improprio. Il che comporta la necessità di fissare precise distinzioni tra i vari modelli di reificazione dell’umano che si susseguono nella modernità (in senso cronologico), a partire da quelli in cui la riduzione a cosa del subiectum è sì un processo intellettuale – di immersione teorica, direbbero forse Lukács e Honneth – ma non quanto basta per sancire un’effettiva discontinuità rispetto al Medioevo. Il presente contributo, quindi, ha lo scopo di analizzare alcune tappe fondamentali del percorso della soggettività “moderna” sotto la speciale lente dei rapporti ideali (generati da vincoli reali) che l’uomo – per dirla con Rosmini – stringe con le cose e con le persone: luoghi topici, come si vedrà, dove la reificazione passa gradualmente dall’essere un prodotto della realtà empirica, modellato dal pensiero in figure più o meno coerenti, all’essere un prodotto logico del soggetto con potenza performativa, ossia capace perfino di trasformare la realtà di fatto, ora con limiti intellettivi e sensibili, ora senza.

scritto da Alimena Guido
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La struttura polimorfa dell’errore nella sfera degli illeciti di diritto romano
26.06.2022

Jun

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Il saggio esamina, nella sua dimensione storica, la natura e l’efficacia dell’errore, di fatto e di diritto, nella sfera degli illeciti del diritto penale romano, privato e pubblico. L’esegesi dei frammenti delle opere retoriche e delle fonti giuridiche consente di portare alla luce la struttura polimorfa dell’istituto. La figura giuridica, a ben guardare, non è riconducibile a un’univoca categoria giuridica, ma assume una qualifica modulata sulla base della funzione svolta nel caso concreto (scusante, scriminante, esimente o causa di improcedibilità, per quanto riguarda l’error facti e l’error iuris; quest’ultimo, inoltre, può essere inquadrato anche come causa di remissione della pena o causa di concessione della venia), a seconda della prospettiva – ‘sostanziale’ o ‘processuale’ – adottata dal giurista.

scritto da Zambotto Isabella
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Il legato di ‘cose destinate alla moglie’ in un caso discusso da Alfeno Varo (D.32.60.2)
25.06.2022

Jun

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Il saggio si incentra sull’esegesi di un frammento del Digesto giustinianeo tratto dal II libro dei Digesta di Alfeno Varo epitomati da Paolo (D.32.60.2 Alf. 2 dig. a Paul. epitomat.) nel quadro delle più recenti ricostruzioni archeologiche ed antichistiche in genere delle modalità di lavorazione domestica delle fibre animali e vegetali nell’età tardo-repubblicana ed imperiale romana. Si cercherà anche di comprendere il significato tecnico-giuridico dell’espressione ’“id quod uxoris causa paratum est” usata nel presente frammento e in altri per indicare un legato predisposto per l’uso della moglie. Per la comprensione della testimonianza alfeniana ci si rifarà anche all’esegesi di D.33.2.32.2 Scaev. 15 dig., concernente un legato a favore della moglie del de cuius avente per oggetto, come nel passo esaminato, “lana” e “purpura”.

scritto da Scotti Francesca
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Il processo contro Barea Sorano. Un contributo alla conoscenza del crimen maiestatis in età neroniana
24.06.2022

Jun

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Barea Sorano raggiunse l’ultimo scalino del cursus honorum sotto Claudio nel 52 d.C. quando assunse la carica di consul designatus e assunse poi il proconsolato d’Asia probabilmente tra il 61 e il 62 d.C. restando in carica fino al 64. La ricerca consiste nell’analisi giuridica delle notizie tramesse dalle fonti letterarie sul processo a cui fu sottoposto insieme a sua figlia nonché della disciplina del crimen maiestatis in età neroniana.

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La funzione rieducativa della pena: quali prospettive nell’attuale sistema amministrativo penitenziario?
30.04.2022

Apr

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La funzione rieducativa della pena di cui all’art.27, comma 3, Cost.. continua a vivere all’interno di un divario per cui, da un lato, è valorizzata dal legislatore e dalla giurisprudenza Edu e della Corte costituzionale, dall’altro resta svilita da una amministrazione penitenziaria complessa, le cui strutture e prassi comportano una compressione dei diritti dei detenuti, in primis quello alla rieducazione. Lo studio partirà dall’analisi della finalità rieducativa di cui all’art.27, comma 3 Cost., così come interpretato dalla giurisprudenza, per poi passare a verificare come essa venga perseguita dalle amministrazioni penitenziarie periferiche. L’analisi servirà ad evidenziare le criticità della logica meramente custodiale e carcerocentrica e la necessità di un suo superamento per il rafforzamento di percorsi alternativi al carcere effettivamente funzionali alla finalità rieducativa.

scritto da Nugnes Francesca
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