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Obbligazione del comodante e sinallagmaticità del comodato: riflessioni in margine a D. 13.6.17.3
25.04.2020

Apr

25

La ricerca affronta il tema complesso della natura giuridica del contratto di comodato, partendo dalla consolidata dottrina del suo carattere di contratto bilaterale imperfetto. Attraverso una rimeditazione del noto passo paolino contenuto in D. 13.6.17.3, si cercherà di capire se via sia posto per una differente ricostruzione del comodato, interpretato dai prudentes quale contratto bilaterale, che vede porre obbligazioni anche a carico del comodante, aventi quale contenuto quello di garantire l’utilitas della res concessa in prestito, finendo perciò per ravvisarsi una corrispettività nelle obbligazioni poste a carico di ambo le parti.

scritto da Milazzo Antonino
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Potere di controllo e tutela dei lavoratori: riflessioni sparse sulle disposizioni dello “Statuto”, alla luce delle più recenti modifiche normative
29.02.2020

Feb

29

Il saggio, dopo aver affrontato il tema del fondamento del potere di controllo del datore di lavoro sui propri dipendenti e averlo ricondotto comunque alle obbligazioni che nascono dall’obbligazione a lavorare subordinatamente, esamina, prendendo a riferimento la legge n. 300 del 1970 (ovvero lo “Statuto dei lavoratori” che si appresta a compiere cinquanta anni), tre diverse ipotesi di controllo, relative al controllo dell'assenza di malattia da parte di investigatori privati (art. 5 St. Lav.), al monitoraggio dei dipendenti effettuato con telecamere nascoste o con altri dispositivi elettronici (art. 4 St. Lav.) e alla legittimità della clausola contrattuale che consente al datore di lavoro di richiedere il certificato del casellario penale e “dei carichi pendenti” a chi si candidi all’assunzione

scritto da Ferrante Vincenzo
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La tutela in rem e il iudicium in factum contro il venditore
28.02.2020

Feb

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La proprietà provinciale, al di là degli aspetti sostanziali, nell’attestazione ciceroniana prevede un giudizio petitorio sul modello di quello concesso in sede civile e ne circoscrive la peculiarità attraverso la previsione come oggetto del iussum de restituendo di una restituzione a soggetto diverso dall’attore che ha instaurato il processo. Tale singolarità invece di addurla all’arbitrio manipolatorio di Verre, è sembrata rispondere viceversa ad una precisa logica giuridica e struttura formulare: la restituzione del fondo concesso a favore del privato al soggetto pubblico titolare del dominium populi, attraverso la configurazione processuale di una finzione di cittadinanza presso il concedente e facendo allo stesso tempo valere la responsabilità del concedente medesimo in ordine al suo dovere di controllo. Tale identica logica è apparsa alla base del giudizio petitorio commentato da Gaio e formulato a seguito di una denuncia di nuova opera da parte di un vicino nei confronti del proprietario, il quale è tenuto a trasferire gli effetti della domolizione anche nei confronti degli aventi causa al fine di salvaguardare l’interesse di colui che ha denunciato. Risultato che invece in ambito civile sembra realizzato mediante stipulazione ove fosse stato non esperibile l’interdetto stesso e ove è fatta valere la responsabilità dell’unico proprietario.

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Minority Report e il crimine senza crimine
27.02.2020

Feb

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Il saggio costituisce una riflessione sul tema del “pre-crimine” (pre-crime) presente nel racconto di Philip K. Dick “Minority Report”. Obiettivo del lavoro è quello di individuare il concetto e le implicazioni di un “crimine senza crimine”, ossia di un crimine che è tale non in quanto accaduto, ma in quanto prevenuto e quindi impedito prima che possa accadere. Come si cercherà di mostrare, tale concetto consente di ripensare a fondo le logiche a partire dalle quali pensiamo, nella nostra società, il delitto e la sua punizione, funzionando come ciò che mette radicalmente in crisi le nostre categorie giuridiche.

scritto da Gazzolo Tommaso
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Sigillo sacramentale, segreto ministeriale e obblighi di denuncia-segnalazione: la ragioni della tutela della riservatezza tra diritto canonico e diri
26.02.2020

Feb

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Il saggio esamina temi classici sia della scienza canonistica sia della scienza ecclesiasticistica: rispettivamente il sigillo sacramentale e il segreto ministeriale. Dopo aver ripercorso e sintetizzato la normativa canonica e secolare nelle reciproche interferenze nonché la giurisprudenza italiana al riguardo, si sviluppano riflessioni sull’attuale affievolimento della difesa della riservatezza dei rapporti tra fedeli e ministri di culto che pare insediarsi in Italia e in diversi Paesi del mondo. Sulla spinta dell’inasprimento della repressione e della prevenzione degli abusi sessuali su minori perpetrati da chierici e religiosi si sono introdotti, sia nell’ordinamento canonico sia nei diritti statuali, obblighi di denuncia che possono finire per comprimere pesantemente la tutela del segreto dei ministri di culto: in particolare si restringe sempre più incisivamente la facoltà di questi ultimi di non prestare testimonianza nei processi. Si rischia così di dimenticare che siamo invece dinanzi ad un’importante estrinsecazione della libertà religiosa e di coscienza dei cives-fideles.

scritto da Boni Geraldina
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Il Tribunale Ecclesiastico a servizio del matrimonio e della famiglia
25.02.2020

Feb

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Il saggio tratta dei rischi del positivismo giuridico e della natura pastorale dei processi. L'A. ribadisce che non si può – e lo postula appunto la dignità della persona umana al servizio della quale il diritto, ogni diritto, esiste –, subordinare la giustizia alla legge. Il giudice ecclesiastico non può e non deve dimenticare che il diritto va oltre la legge, anche se questo diritto che oltrepassa la legge è un diritto che non sempre si coglie in maniera immediata e diretta, perché al giudice che deve giudicare – e non produrre un geometrico astratto sillogismo, pur con tutte le cautele e garanzie che l’esigenza della certezza giuridica postula – al giudice parla la sua coscienza, anzi è da essa orientato. Ecco, allora, giungere al giudice il sussidio della equità, che è la giustizia del caso singolo, del caso concreto, dopo accuratissimo discernimento, senza che ciò significhi adesione alla cosiddetta etica della situazione, come taluno forse troppo allarmisticamente paventa.

scritto da Sciacca Giuseppe
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La posizione costituzionale del Csm tra argomenti di ieri ed effettività dell’organo
24.02.2020

Feb

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Da molti mesi, a seguito dello “scandalo romano” che ha visto interessati ex-componenti di estrazione togata del Consiglio superiore della magistratura e che ha indotto alle dimissioni alcuni suoi componenti in carica nella consiliatura attuale (anch’essi magistrati), il Csm è oggetto di attenzione costante da parte dei mezzi di informazione. Il fatto sarebbe da valutare con qualche interesse, come segno di una maggiore attenzione verso un organo statale tanto importante quanto poco conosciuto, se non fosse che tale attenzione pare dipendere, più che dalla volontà di segmenti consistenti della pubblica opinione di comprenderne le caratteristiche e il funzionamento, dalla ben diversa circostanza che, nella vicenda che ha scosso il Consiglio , gran parte della pubblica opinione vede la conferma di convincimenti radicati circa la caparbia attitudine di settori della magistratura e della politica a confondere i ruoli, a influenzare impropriamente procedimenti delicati e a privilegiare lo spirito di corporazione rispetto alla sempre faticosa ricerca dell’interesse generale.

scritto da Balduzzi Renato
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La posizione costituzionale del Csm tra argomenti di ieri ed effettività dell’organo
09.02.2020

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Da molti mesi, a seguito dello “scandalo romano” che ha visto interessati ex-componenti di estrazione togata del Consiglio superiore della magistratura e che ha indotto alle dimissioni alcuni suoi componenti in carica nella consiliatura attuale (anch’essi magistrati), il Csm è oggetto di attenzione costante da parte dei mezzi di informazione. Il fatto sarebbe da valutare con qualche interesse, come segno di una maggiore attenzione verso un organo statale tanto importante quanto poco conosciuto, se non fosse che tale attenzione pare dipendere, più che dalla volontà di segmenti consistenti della pubblica opinione di comprenderne le caratteristiche e il funzionamento, dalla ben diversa circostanza che, nella vicenda che ha scosso il Consiglio , gran parte della pubblica opinione vede la conferma di convincimenti radicati circa la caparbia attitudine di settori della magistratura e della politica a confondere i ruoli, a influenzare impropriamente procedimenti delicati e a privilegiare lo spirito di corporazione rispetto alla sempre faticosa ricerca dell’interesse generale.
Dunque, piuttosto che un aumento della conoscenza obiettiva dei caratteri del Csm e del suo ruolo, l’esito di tale sovraesposizione mediatica rischia di andare nella direzione di un aumento della sfiducia nei confronti dell’organo e, mediatamente, nei confronti dell’intera magistratura: non soltanto a causa dello status soggettivo di magistrati rivestito dai protagonisti della vicenda, ma, più in generale, in forza della necessaria interdipendenza tra la reputazione del Consiglio e quella della magistratura, tra la fiducia nei confronti del primo e le ricadute nei confronti della seconda.
Tale situazione è resa ancora più preoccupante, sotto il profilo della tenuta del modello costituzionale di magistratura e di Csm, dalla circostanza che, “in un contesto di populismo montante, noi ci confrontiamo con la triste realtà di crescenti segmenti della popolazione che ripudiano i principi della democrazia costituzionale, inclusa la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura” e non è casuale che i leader populisti “si assicurino il potere attraverso il controllo della magistratura e dei media” .

scritto da Balduzzi Renato
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La legge come dimora, come presente e come parola L’esperienza giuridica ebraica interpella il diritto contemporaneo
03.02.2020

Feb

3

L’analisi si colloca nell’orizzonte del confronto con l’esperienza giuridica altra come risorsa critica contro la pretesa ineluttabilità direzionale del postmoderno, con particolare riferimento alla tendenza della fuga dal precetto, nella crisi della sovranità statuale. Il diritto ebraico è osservato nella sua dimensione identitaria, indipendente da un radicamento territoriale di sovranità, nella sua natura pervasivamente dialogica e nel particolare rapportarsi dello sviluppo ermeneutico con la conservata centralità del precetto, volta a garantire la presenza della norma nella ciclica rivitalizzazione del tempo della storia. L’articolo si chiude sull’idea della riflessione giuridica come pellegrinaggio verso il futuro, in un dialogo cui ogni mondo possibile mondo è invitato.

scritto da Palavera Rosa
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Condono fiscale e interesse generale alla riscossione dei tributi. Profili costituzionali
06.11.2019

Nov

6

Il saggio esamina, da un punto di vista costituzionalistico, il condono fiscale. Dopo aver delineato i tratti tipici del condono che lo distinguono da altre figure simili, il saggio indica quelli che dovrebbero essere i limiti costituzionali che il legislatore incontra nell’adottare provvedimenti condonistici, intesi come remissione delle sanzioni. In particolare, il legislatore dovrebbe adottare tali provvedimenti solo se intende perseguire un interesse che, nel bilanciamento con i fini perseguiti dalle sanzioni condonate, risulta prevalente, ma a condizione che l’autore dell’illecito elimini le conseguenze del suo illecito.

scritto da La Porta Salvatore
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