fbevnts Ricordo di Ombretta Fumagalli Carulli

Ricordo di Ombretta Fumagalli Carulli

21.08.2021

Anna Sammassimo

Ricercatrice di diritto canonico ed ecclesiastico, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

 

Ricordo di Ombretta Fumagalli Carulli

 

 

Brillante. Tenace. Instancabile.

 Brillante.

Ombretta Fumagalli Carulli è stata, innanzitutto, una giurista appassionata del diritto: da studentessa, da giovane ricercatrice e da docente, la passione per il diritto, assieme alla sete di conoscenza, erano per lei un’esigenza irrefrenabile, una linfa vitale. Se ne alimentava continuamente, ad esempio partecipando sempre alle iniziative dei colleghi per aggiornarsi e confrontarsi con loro non solo su tematiche strettamente connesse alle materie che insegnava ma su tutto il complesso e variegato universo giuridico, con incursioni nel mondo della storia, della psicologia e delle scienze umanistiche e sociali in generale. Non si tirava mai indietro quando si trattava di affrontare problemi attuali e delicati o di prendere posizione su temi scottanti. Non c’era argomento che si rifiutasse di trattare. Nelle sue oltre 150 pubblicazioni a carattere scientifico ha fatto dottrina in tutti quegli ambiti in cui si è cimentata, dal diritto matrimoniale canonico al diritto di libertà religiosa, dai problemi in materia di enti ecclesiastici ai diritti e doveri dei fedeli nella Chiesa, con un’attenzione particolare alla posizione della donna. Senza dimenticare i suoi scritti di procedura penale o i suoi articoli su alcuni dei principali quotidiani italiani nel periodo in cui collaborava con Indro Montanelli.

Mi piace ricordare la determinazione con cui sosteneva e ribadiva che i diritti umani rispondono alla natura di ogni uomo ed in virtù di ciò sono universali, anche se la loro prima elaborazione è in gran parte frutto della cultura giuridica occidentale. Credeva fermamente in questo messaggio e si adoperava per affermarlo. Penso, in particolare, alla Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali del 2009, durante la quale ha discusso proprio il tema: “Dottrina Sociale Cattolica e Diritti Umani”, ad un anno di distanza dal 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Era membro della Accademia dal 2003, per nomina diretta di Giovanni Paolo II. In quella circostanza ricordava che il fondamento dei Diritti Umani non può essere cercato né nella volontà dell’uomo né nei suoi desideri ma nell’antropologia propria all’ordine naturale. In tutta la sua permanenza nella prestigiosa istituzione ecclesiale, come del resto in tutta la sua vita ed attività, si è sempre battuta per l’affermazione del diritto alla vita, alla libertà religiosa, al cibo, non dimenticando di sottolineare che pace, ambiente, sviluppo ed in generale i diritti usualmente catalogati come della terza generazione siano la base per consentire alle generazioni future di godere dei diritti di prima generazione (civili e politici) e di seconda generazione (economico-sociali). Nel citato contesto non mancava, inoltre, di sottolineare l’importanza del dialogo inter-culturale e di quello inter-religioso quali strumenti per realizzare e consolidare l’universalità dei diritti umani, tenendo sempre a stella polare la loro interdipendenza ed indivisibilità.

Sempre alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, nella Sessione Plenaria del 2007, aveva affrontato un altro tema a lei caro, quello della giustizia internazionale e della povertà, che è poi tema strettamente connesso a quello del numero monografico di Jusonline. In quell’occasione aveva modo di riflettere sui Millennium Development Goals adottati nell’autunno del 2000, che considerava un’occasione, per i leader mondiali, per riaffermare la fiducia della comunità degli Stati nella possibilità di creare un mondo più giusto, più pacifico e più prosperoso attraverso l'organizzazione delle Nazioni unite. Ricordava il rischio che essi potessero essere considerati atomisticamente, senza cioè tener conto delle finalità ad essi sottostanti, e ribadiva che, invece, bisognava sempre leggerli avendo bene a mente che erano votati a garantire un maggior sviluppo e ad incrementare la giustizia sociale a livello internazionale. Aveva, inoltre, ben presente che, se i suddetti obiettivi sono assolutamente condivisibili (si chiedeva e chiedeva, senza mezzi termini, ai suoi interlocutori: Chi è che non vuole ridurre la fame, la povertà, garantire l'educazione dei fanciulli, promuovere la parità tra uomo e donna e via dicendo?), quanto alle pratiche concrete con cui si vogliono raggiungere, esse destavano fondate perplessità sul fatto che fossero orientati a dare maggiore dignità all’uomo. In particolare, disapprovava il ragionamento secondo cui la mortalità delle madri, in corso di gravidanza o durante il parto, si sarebbe potuta ridurre sensibilmente se le donne avessero potuto accedere a cure per la salute riproduttiva o a servizi di pianificazione familiare: si rendeva infatti conto (e non nascondeva né a sé né agli altri) che il richiamo alla salute riproduttiva della donna considera l'aborto alla stregua di una dimensione della politica demografica e di un servizio sanitario. E ribadiva che questo ragionamento non è accettabile perché illogico, ancor prima che contrario al magistero della Chiesa; infatti, il riconoscimento e la tutela della dignità umana hanno come presupposto che l'individuo sia in vita mentre le suddette pratiche tendono, addirittura, a negare la possibilità di nascere. Ancora attuali ed urgenti sono tali sue considerazioni come pure quelle circa la necessità di strutture finanziarie più forti (in grado di favorire lo sviluppo dei Paesi più poveri anche mediante il condono del debito estero) nonché di un sistema commerciale più equo.

Il suo impegno e le sue posizioni l’hanno portata, in quegli stessi anni, ad essere chiamata prima a moderare la Session 5 della OSCE Conference on Anti-Semitism and on Other Forms of Intolerance (Cordova, 8-9 giugno 2005) e poi, direttamente dal Direttore dell'ODIHR, a tenere il keynote speech all'OSCE Supplementary Human Dimension Meeting on Freedom of Religion or Belief (Vienna, 9-10 luglio 2009). Tali attività, unitamente ai numerosi contributi scientifici in materia, le valsero , nel 2013, la nomina, unica italiana, nel Panel dei 12 esperti internazionali dell’ODHIR in materia di libertà religiosa.

 Tenace.

Amava i suoi studi ed il suo lavoro, amava insegnare ed amava il contatto con gli studenti, ai quali mai negava il suo sostegno ed i quali sempre sosteneva quando avevano bisogno.

Con orgoglio e fierezza ricordava di essersi laureata a ventidue anni, a pieni voti, in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano con il professor Cordero; di essere stata guidata nella carriera accademica prima dallo stesso prof. Cordero e poi dal prof. Giacchi; di essere stata, nel 1975, la prima donna in Italia a ricoprire una cattedra universitaria di Diritto canonico, prendendo servizio presso l'Università di Ferrara e succedendo poi, in Università Cattolica a Milano, al suo Maestro. Era legatissima al Suo Ateneo, tanto da considerarlo la sua seconda casa.

A lezione sapeva affascinare i numerosi studenti che frequentavano i suoi corsi. Non solo aveva la passione per il diritto ma sapeva trasmetterla. Per lei il Diritto canonico ed ecclesiastico non erano semplicemente materie da insegnare ma realtà da vivere e questa convinzione era quella che infondeva in chi le stava intorno e collaborava con lei. Aveva sempre uno spaccato di vita da raccontare a coronamento di quanto spiegava, anche perché aveva vissuto, in prima persona, momenti fondamentali del Diritto canonico e del Diritto ecclesiastico dell’ultimo secolo: la riforma del Codex e la revisione del Concordato lateranense, anzitutto.

Si appassionava alle sfide e riusciva a vincerle tutte: nella carriera universitaria come in politica. Nel 1981 è stata eletta nel Consiglio Superiore della Magistratura e, pur giovanissima, ha presieduto la commissione Incarichi Direttivi ed ha fondato il Comitato Antimafia. Terminato il suo incarico nel 1986, l’anno successivo ha cominciato la sua carriera politica ed è stata eletta al Parlamento italiano, prima alla Camera dei Deputati e poi al Senato della Repubblica. Più volte, in questo periodo, ha fatto parte del Governo italiano.

Quando era in Parlamento, nel 1999, è stata eletta Presidente dell'Intergruppo Internazionale "Parlamentari per il Giubileo", al quale era affidata l’elaborazione culturale del documento programmatico e l'organizzazione del Giubileo dei responsabili della cosa pubblica dell'anno 2000, in collaborazione con 100 Parlamenti dei cinque Continenti. Come sempre, aveva messo tutta se stessa in questo compito: la donna impegnata in politica e la fedele al servizio delle Istituzioni ecclesiastiche si erano trovate perfettamente allineate nel portare avanti l’incarico.

Nel 2001 chiude questo capitolo della sua vita, senza tuttavia mai abbandonare l’impegno e la passione per la vita politica del Paese, e rientra a tempo pieno in Università Cattolica dove è titolare dei corsi di Diritto canonico e Diritto ecclesiastico presso la Facoltà di Giurisprudenza fino al pensionamento. Ancora una volta impone a tutti la sua vitalità travolgente: già nel primo anno organizza lezioni magistrali con i più importanti giuristi presenti all’epoca in Vaticano (amava sottolineare che, successivamente a questi incontri, diversi di loro erano diventati Cardinali…) e successivamente redige, in rigida e puntuale sequenza, ben quattro manuali per gli studenti dei suoi corsi: Il governo universale della Chiesa e i diritti della persona (2003 - Vita e Pensiero - Milano); "A Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio": laicità dello Stato e libertà delle Chiese (2006 - Vita e Pensiero – Milano); Il matrimonio canonico tra principi astratti e casi pratici (2008 - Vita e Pensiero – Milano); Matrimonio ed enti tra libertà religiosa e intervento dello Stato (2012 - Vita e Pensiero – Milano).

Diventa Direttore dell'Istituto Giuridico della sede di Milano, coordinatrice del Corso di dottorato “Persona e ordinamenti giuridici” che nasce proprio su suo impulso, direttrice di “Jus. Rivista di Scienze giuridiche a cura della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano”, che riesce a far inserire tra le riviste scientifiche di fascia A. Con la lungimiranza e l’acume dei grandi Maestri, intuisce le potenzialità di una rivista online ed open access e, pioniera come sempre, fonda “Jusonline”.

 Instancabile.

Non aveva momenti di pausa ma sempre un obiettivo nuovo da raggiungere. Sicuramente non conosceva il significato delle parole “riposo” e “noia”. Ricordo ancora nitidamente la prima volta che l’ho accompagnata ad un convegno all’estero: teneva una lezione magistrale all’Universidad Complutense di Madrid, invitata dal prof. Raphael Navarro Valls. Due giorni intensi di impegni ma quando siamo salite in aereo alla volta di Milano era in perfetta forma e riposata, tanto da buttarsi subito a capofitto negli appunti per il successivo articolo da scrivere. Ne rimasi profondamente colpita. Capii subito che collaborare con lei sarebbe stato come viaggiare sempre con il piede sull’acceleratore.

 

Questo e molto altro è stata Ombretta Fumagalli Carulli, una Maestra di scientia e di vita, di rigore metodologico e di eleganza, di savoir faire e di diplomazia. Continuamente alla ricerca di una nuovo obiettivo, le sue origini brianzole ed il suo carattere forte e determinato la rendevano una persona speciale, coinvolgente ed affascinante. Amava vivere intensamente e dedicarsi anima e corpo ad un lavoro che la faceva sentire realizzata. Sapeva farti appassionare a tutto quello che faceva. E faceva tante cose e tutte bene.

 

 

 

 

 

Sammassimo Anna



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