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Il saggio analizza l’impatto dell’AI sul consenso informato nel contesto sanitario, alla luce dei principi costituzionali, delle norme europee (GDPR, AI Act) e della giurisprudenza. L’utilizzo dell'AI modifica la relazione medico-paziente, sollevando interrogativi su autodeterminazione, trasparenza e tutela dei dati sensibili. L’autore propone una lettura sistemica volta a garantire che l’innovazione tecnologica rafforzi i diritti fondamentali della persona.

L’articolo esamina l’evoluzione del servizio civile in Italia negli ultimi cinquant’anni e il suo impatto sul dovere di difesa della Patria, come delineato dall’articolo 52 della Costituzione italiana. Istituito originariamente come alternativa al servizio militare obbligatorio per gli obiettori di coscienza, il servizio civile ha subito trasformazioni significative, arrivando a comprendere una vasta gamma di attività, dal volontariato alla formazione professionale. Anche l’interpretazione del dovere di difesa si è evoluta: la Corte costituzionale italiana ha svolto un ruolo cruciale nel riconoscere forme plurali di difesa della Patria non militari. Le recenti riforme legislative hanno portato all’istituzione del Servizio Civile Universale, che mira a promuovere l’impegno civico e la solidarietà, ampliando ulteriormente lo spettro di attività. L’articolo inoltre analizza il dibattito in corso sulla definizione dei confini della “difesa civile” in relazione alla difesa militare e le sfide nel mantenere un’identità chiara per il servizio civile. Infine, l’autore riflette sulle attuali proposte finalizzate a reintrodurre la leva militare obbligatoria e sull’importanza di un approccio globale alla difesa nazionale che integri sia la componente civile che quella militare.

Il sistema di finanziamento alla Chiesa, introdotto con gli accordi del 1984 tra lo Stato e la Santa Sede, nel corso degli ultimi anni è stato oggetto di vari rilievi critici soprattutto a seguito della pubblicazione delle conclusioni di indagine della Corte dei conti sul sistema di gestione delle risorse dell’otto per mille da parte delle pubbliche amministrazioni competenti in materia. L’articolo ripropone una lettura della disciplina, con particolare riferimento al regime di utilizzo e rendicontazione delle somme gestite dalla Chiesa cattolica, e si sofferma su alcune prospettive di interpretazione che tendono a dimensionare la natura bilaterale dell’intera disciplina.

Il presente contributo analizza i profili procedurali dell’episcopalis audientia, mettendo in luce come l’esercizio della giurisdizione costituisse elemento essenziale e inscindibile del ministero episcopale sin dalle origini della Chiesa. A tal fine, la Didascalia Apostolorum è assunta quale principale fonte normativa di riferimento per l’indagine.

Il significato della parola formula in C. 2.57.1, attribuita a Costanzo II (342 d.C.), resta controverso ed è tradizionalmente collegato all’abolizione della procedura per formulas. Elemento chiave per la sua interpretazione è l’identificazione delle «formulae iuris» ivi menzionate: si tratta delle formule dell’editto pretorio, di norme procedurali oppure di istituti di diritto sostanziale? Il presente studio unisce un’analisi storico-giuridica della costituzione a un esame mirato delle fonti giuridiche e letterarie del IV e V secolo d.C. in cui compare il termine formula per indagare in che modo la cultura giuridica postclassica si sia confrontata con la terminologia delle formule pretorie.

Il contributo esplora le trasformazioni terminologiche del termine barbarus nel passaggio dal Codex Theodosianus al Breviarium Alaricianum. Attraverso l’analisi comparata di due disposizioni emblematiche – il divieto di conubium (CTh. 3.14.1) e la norma contro la complicità con incursioni esterne (CTh. 7.1.1) – si mettono in luce strategie di omissio, interpretatio e, talvolta, di reintroduzione del lemma. Il confronto evidenzia come le scelte interpretative rispondessero a logiche linguistiche, politiche e ideologiche: dalla neutralizzazione dell’alterità etnica alla riformulazione delle sanzioni in nome della fides regni, fino alla conflittuale coesistenza di aggiunte e cancellazioni, volte a negoziare e affermare un’identità giuridica romano-barbarica.

L’articolo esamina il rapporto tra Cicerone e Trebazio Testa, giurista simbolo del mutamento giurisprudenziale del I sec. a.C. Le lettere a lui indirizzate delineano il percorso di formazione di Trebazio, sostenuto da Cicerone e poi accolto nel consilium cesariano in Gallia. Tali epistole costituiscono una fonte preziosa per i numerosi riferimenti al diritto civile, ben noto ai due corrispondenti, tra cui: syngraphae; ex iure manum consertum vocare; vis ac deductio moribus; eccezione quod tu prior vi hominibus armatis; tresviri capitales et monetales; formula fiduciae; actio communi dividundo; ius iurandum. I frequenti motteggi permettono, inoltre, di ricostruire una trama di espressioni, vocaboli e modi di pensare propri della prassi giurisprudenziale, che Cicerone conosceva e ironicamente parodiava.

Nella società digitalizzata e globalizzata di oggi, la ricerca sulla regolamentazione di Internet sulla diffamazione anonima è essenziale perché affronta la crescente necessità di proteggere l'onore e la dignità delle persone, crea un ambiente online più sicuro e premuroso e affronta i problemi derivanti dai media e dalla comunicazione su Internet. Lo studio mira a esplorare strategie per combattere la diffamazione anonima su Internet e sui media, analizzare vari approcci da vari paesi, tra cui il miglioramento della legislazione, lo sviluppo di norme legali e meccanismi di protezione. A questo scopo, sono stati utilizzati metodi di analisi e sintesi, confronto, deduzione e metodi formali-legali. Lo studio ha esplorato il concetto di "diffamazione anonima" e le sue caratteristiche, ha analizzato la legislazione ucraina e straniera, le norme legali internazionali e le normative di diritto amministrativo, concentrandosi sulla rimozione delle informazioni e sulle multe come metodi di punizione principali. Sono state inoltre formulate raccomandazioni per superare questo fenomeno negativo nella società moderna. Il valore pratico dello studio risiede nello sviluppo di meccanismi efficaci per combattere la diffamazione sui media e su Internet, raccomandando quadri legali più solidi e una migliore responsabilità internazionale.

Il presente contributo propone di apprezzare il Third Party Litigation Agreement, fenomeno negoziale inedito per il nostro ordinamento, come uno strumento di diritto privato altamente efficace non solo per migliorare il benessere individuale dei contraenti, ma anche per rispondere alla necessità di dare attuazione ad alcuni degli obiettivi strategici nel mercato unico europeo. Nella consapevolezza, tuttavia, che l’incertezza del giudicato e l’assenza di una cornice normativa a tutela del cliente possano – rispettivamente – scoraggiare i fondi e gli attori ad adottare tale pratica, il presente lavoro suggerisce di verificare se la pattuizione di una commissione di successo ‘proporzionata’, una regolamentazione ponderata che garantisca la correttezza e la trasparenza nei rapporti intersoggettivi e l’uso degli strumenti della giustizia predittiva possano rappresentare delle tecniche sufficientemente idonee a mitigare i limiti alla diffusione di tale negozio giuridico.

Il saggio analizza le problematiche della l. n. 56 del 2014 che ha rivoluzionato le funzioni amministrative delle province. Il primo bilancio decennale che analizza i problemi e che cerca di dare soluzioni a riguardo.
