News scritte da Zanon Giorgia

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Zanon Giorgia

I re di Pomponio
25.04.2022

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Da un passo dell’Enchiridion di Pomponio, si è cercato di ricostruire il significato di manus, che sembra qui impiegato con riferimento ad una regalità precedente il regnum di Romolo. Il tenore del testo lascia supporre che il discrimine tra questa primitiva forma di autorità e il più evoluto concetto di potestas ruoti attorno al criterio della “predeterminazione” del potere attraverso l’introduzione di leggi scritte e partecipate dal popolo. In questa prospettiva, la clara constitutio Romuli avrebbe segnato un primo passaggio verso il principio della limitazione della potestà di governo che nel corso del tempo si sarebbe arricchito di sempre più specifiche misure di tutela

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La patria «immaginata». Cives e barbari tra IV e V secolo d.C.
28.12.2021

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In un mondo di realtà «esclusive», Roma fu certamente un esempio di comunità tendenzialmente inclusiva, disposta cioè ad accogliere «gli altri» e ad «assimilarli» ai cives senza discriminazioni di tipo identitario o nazionalistico. Come la nascita della città è segnata dall’incontro di popoli molto diversi tra loro, così il suo percorso evolutivo vede continuamente aggiungersi nuovi popoli e nuove genti che, dopo un certo periodo di tempo e attraverso più o meno complesse trafile, diventano pienamente cittadini romani, fino ad assumere cariche, aspirare al senato e addirittura al soglio imperiale. Per accogliere questo flusso eterogeneo l’impero dovrà continuamente aggiustare i suoi criteri di relazione con gli stranieri, adattandoli alle nuove situazioni e ai nuovi richiedenti, mai esclusi tout court dalla romanitas, ma piuttosto cooptati in qualità di «risorse umane» (contadini pagatori di tasse, soldati, funzionari, maestri) vantaggiose per la collettività. E fu proprio all’indomani della disfatta di Adrianopoli, quando si rese evidente, forse per la prima volta, l’impraticabilità dei consueti parametri «qualitativi» di gestione dell’immigrazione e Roma fu costretta ad aprire gli ingressi ad un flusso incontrollabile di persone, che l’impero iniziò ad avviarsi verso la sua inevitabile e, probabilmente, necessitata conclusione. Attraverso il recupero, in chiave retorico-propagandistica, dell’antichissimo meccanismo dell’ospitalità, interi gruppi barbari furono così ammessi a stanziarsi entro i confini imperiali e a condividere, con i romani, non soltanto le medesime terre, ma la stessa idea di patria comune.

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