News scritte da Neri Valerio
Neri Valerio
In Lc 6, 3 l’elemosina è un dovere nei confronti di tutti i bisognosi che vi fanno appello e nel celebre passo di Mt 25, 31-46 le opere di carità sono, nelle parole di Gesù, la via essenziale per la salvezza. Da dovere individuale del cristiano l’aiuto ai bisognosi diventa presto un’attività organizzata della comunità cristiana, la cui rilevanza si accresce nel tempo, soprattutto nell’impero cristiano. L’intervento diretto dello stato in questo ambito sembra esaurirsi con Costantino e successivamente gli imperatori e le loro famiglie delegano sostanzialmente alle chiese questo compito attraverso generose donazioni. Anche le aristocrazie maschili e soprattutto femminili raramente esercitano attività caritatevoli su grande scala e preferiscono , a parte le elemosine spicciole alle porte delle case o delle chiese, operare attraverso donazioni a chiese ed ecclesiastici. La chiesa, pur approvando le elemosine individuali, sollecitano donazioni e lasciti, mettendo in evidenza la sua superiore capacità di conoscere i reali bisogni dei poveri, soprattutto dei pauperes verecundi, che hanno pudore a mostrare pubblicamente la loro condizione.
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Il lavoro si occupa degli spostamenti di popolazione, per necessità o coazione, nel periodo delle grandi invasioni barbariche in occidente dalla fine del IV fino al VII secolo. Segue le vicende dei profughi romani soprattutto in Italia nel periodo della guerra fra Goti e Bizantini e dell’invasione longobarda e nel Norico nella testimonianza della Vita Severini di Eugippio, Una conseguenza delle invasioni barbariche è la cattura di masse di prigionieri romani, che se non vengono trucidati, come talora accade soprattutto per i prigionieri maschi, o riscattati immediatamente, subiscono deportazioni anche a notevoli distanze e sono impiegati come servi domestici, come valletti dei guerrieri o come lavoratori agricoli in territorio barbarico o messi in vendita sui mercati. Questi prigionieri sono talora acquistati da mercanti di schiavi e messi in vendita anche in territorio romano, o sono riscattati da benefattori, talora ecclesiastici, o da e per conto di parenti. Le chiese sono fortemente impegnate in questo che viene considerato un gesto essenziale di carità e che ricevono spesso donazioni con questo specifico scopo. Il ritorno eventuale in patria dei prigionieri non è privo di rischi dal momento che oltre alle difficoltà del viaggio esiste la possibilità che, per l’ignoranza del loro status, siano rivendicati come schiavi da possessores locali.
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