News scritte da Geraci Rosa
Geraci Rosa
L’interrogativo inerente al trattamento giuridico delle confessioni religiose minoritarie si rinfrange in una pluralità di questioni concernenti principalmente l’eguaglianza e la libertà degli individui e dei gruppi, i limiti della democrazia maggioritaria, la tolleranza, l’oggetto dei diritti e le modalità di esercizio, la tutela del pluralismo e delle differenze e così, in ultimo, il senso stesso del diritto e dei principi della legislazione. In un mondo globalizzato, con realtà riccamente connotate da una popolazione di variegate credenze e con l’avanzare del fenomeno di secolarizzazione, la sfida della regolamentazione della convivenza diviene sempre più ardua da gestire da parte dello Stato. In quest’ottica nelle pagine che seguono si tenta di fornire una soluzione al problema – specifico ma significativo per la sua potenziale generalizzabilità in via metodologica ad analoghe questioni - del trattamento statale da riservare agli enti privati aderenti a confessioni minoritarie.
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Nell’epoca odierna la coscienza, condizionata dalla cultura e dalla società, va considerata come “una specie di autoregolazione del sistema attraverso la sua interiorizzazione nell’uomo”. In altri termini, il concetto di coscienza varia in dipendenza da ciò che sostiene in merito il soggetto.
In questo contesto, all’obiezione autenticamente dettata dagli scrupoli d’origine religiosa si aggiungono le motivazioni d’ordine filosofico o politico, secolarizzando il fenomeno dell’obiezione di coscienza.
L’obiezione all’aborto, in particolare, consiste nel rifiuto di eseguire le pratiche abortive e di collaborare alla loro riuscita.
Attualmente, l’obiezione di coscienza è al centro di accesi dibattiti in vari paesi. Pertanto, il presente scritto si prefigge di affrontare adottare una prospettiva comparata al fine di affrontare le questioni relative alla misura in cui un medico può rifiutare di partecipare alle procedure abortive.

L’affermarsi del pluralismo religioso ha un duplice effetto: da un lato amplia il numero di opzioni religiose disponibili e praticabili, dall’altro innalza il livello di tensioni e conflittualità. Pur predicando la pace, talvolta le religioni generano guerre ed è spesso il fattore del proselitismo a scatenarle. Invero, le odierne campagne acquisti nel market religioso fomentano malcontento, eppure la libertà religiosa implica il diritto di espressione e di rendere manifesto il messaggio religioso, anche a scopo pubblicitario e persuasivo. La logica di mercato, con i nuovi mezzi di comunicazione e la libertà di critica, per molti versi investe la religione e apre le porte a nuove forme di religiosità. Il presente studio si prefigge di esaminare le principali criticità della libertà religiosa: l'esigenza di libertà espressiva e di tutela dall’invasività o offensività di forme di proselitismo, tentando d'individuare equilibrati confini tra le diverse "sacrosante" esigenze.
The raise of religious pluralism has a twofold effect, on one hand it widens the number of available and accessible religious options, and on the other it increases the level of tensions and conflicts. Even though religions preach peace, sometimes they provoke wars that are triggered by proselytism. Indeed, today recruitment campaigns in religious market fuel discontent, and yet freedom of religion implies the right to express and to profess a religious message, even for advertising or with a persuasive aim. Logic of the market, by new means of communication and freedom of criticism, influences under many aspect religion, and opens the doors to new forms of religiosity. The present study aims at examining the main critical issues of freedom of religion: the need of freedom of expression and the safeguard from invasiveness or offensiveness of proselytism. This will be achieved by trying to identify balanced boundaries among all ‘sacrosanct’ needs.
