News scritte da Franzina Pietro

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Franzina Pietro

L’evoluzione del diritto internazionale privato della protezione degli adulti tra iniziative dell’Unione, modelli universali e norme interne
31.08.2022

Aug

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L’Unione europea potrebbe adottare in un futuro non distante delle regole uniformi sulla protezione degli adulti nelle situazioni a carattere internazionale. La Commissione, dopo aver incluso il tema della protezione degli adulti nel programma di lavoro per il 2022, ha reso noto uno studio sull’argomento e lanciato una consultazione pubblica, preludio di una proposta legislativa che potrebbe essere presentata nel primo semestre del 2023. Il termine «adulti», o «adulti vulnerabili», si riferisce in questo contesto a persone di età superiore ai diciotto anni che non sono in grado di provvedere da sole ai propri interessi a causa di una limitazione o di un’alterazione delle proprie facoltà. La loro «protezione» comporta perlopiù la nomina di un terzo incaricato di assistere l’interessato, o di rappresentarlo, nel compimento di atti giuridici volti alla cura della sua persona o all’amministrazione del suo patrimonio. Si tratta, per intendersi, della protezione che il diritto italiano assicura primariamente nelle forme dell’amministrazione di sostegno, a norma degli articoli 404 c.c. Alcuni sistemi privatistici nazionali prevedono – in alternativa alla protezione giudiziale – che la persona di cui trattasi, quando è ancora in grado di determinarsi, possa organizzare in anticipo la cura dei propri interessi, personali e/o patrimoniali, nominando uno o più fiduciari e impartendo loro delle direttive. Il diritto francese, ad esempio, contempla la possibilità di stipulare a questo effetto dei mandats de protection future; il diritto spagnolo parla di poderes e i mandatos preventivos;quello irlandese conosce gli enduring powers of attorney. Anche queste particolari procure, proprio perché volte ad assicurare la protezione dell’interessato, rientrano nel perimetro del disegno di unificazione normativa che l’Unione persegue in questo campo. L’intervento dell’Unione, come accennato, dovrebbe riguardare unicamente la protezione degli adulti nei casi internazionali. Sono tali, tipicamente, i casi in cui la persona da proteggere possiede la cittadinanza di uno Stato diverso da quello in cui è stabilita, e quelli in cui i suoi beni o i suoi interessi personali sono localizzati in più paesi, ad esempio perché, per godere della compagnia di una familiare o per accedere a delle cure particolari, la persona in questione trascorre regolarmente una parte consistente del suo tempo in uno Stato diverso da quello in cui risiede, o perché il suo patrimonio comprende una seconda casa all’estero oppure delle disponibilità liquide depositate presso una banca in un paese straniero. L’atto legislativo che la Commissione ha in animo di proporre dovrebbe collocarsi sul terreno del diritto internazionale privato e avere per base giuridica l’art. 81 TFUE, relativo alla cooperazione giudiziaria in materia civile. L’Unione non ambisce, né potrebbe ambire, ad armonizzare le regole che disciplinano la protezione degli adulti sul piano materiale. All’Unione intessa piuttosto: assicurare, nei casi internazionali, un efficace riparto della competenza giurisdizionale fra gli Stati membri; dettare criteri uniformi per individuare la legge regolatrice della protezione; agevolare la circolazione delle misure di protezione fra uno Stato Membro e l’altro; far sì che le autorità degli Stati Membri possano contare sull’assistenza delle autorità degli altri Stati Membri allorché la protezione di una persona richieda la condivisione di informazioni o altre forme di dialogo e coordinamento. Lo scopo di questo scritto è quello di dar conto delle ragioni che giustificano l’attenzione dell’Unione per la protezione degli adulti e di discutere del rapporto fra le future norme europee e gli altri regimi operanti in quest’ambito: il regime internazionalprivatistico a vocazione universale racchiuso nella convenzione dell’Aja del 13 gennaio 2000 sulla protezione internazionale degli adulti[9], oggi in vigore per tredici Stati[10], fra i quali per il momento non compare l’Italia, e le norme di fonte interna dei singoli Stati Membri, incaricate di disciplinare le situazioni non coperte dai testi uniformi e di garantire l’efficace attuazione di questi ultimi sul piano interno.

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